martedì 2 ottobre 2012
Cinque minuti
Mi butto cinque minuti sul letto e poi una doccia. E' il relax che mi concedo a inizio serata prima di dare il via alle danze "bagnetti-cena-dopocena-nanna". Oggi me lo posso concedere perchè l'altra metà del pikkio è finalmente a casa dopo 3 settimane passate fuori per lavoro. E' stato un mese, quello passato, lungo, ma luuuungo per dire lungo. L'assenza del papà a dare una mano in casa rende le cose piuttosto complicate: certo c'è la baby sitter, ma lei c'è quando non ci sono io e quando ci sono io, ci sono solo io. E loro, my little monsters. Quello appena trascorso è stato un mese faticoso anche perchè ho ripreso a lavorare a pieno ritmo e non è facile conciliare mamma e lavoro.
Quello passato è stato anche il mese in cui sulla mia busta paga è scomparsa la dicitura "determinato" per dare spazio a "indeterminato": in poche parole sono passata di ruolo, dopo anni, senza trucchi e senza inganni. Dovrei fare i salti di gioia, ringraziare il ministro, i sindacati che "tanto hanno lottato per confermare le assunzioni promesse" ecc.ecc.? Mah, non so, davvero. Non so se sia il caso ecco, semplicemente perchè quello che ho ora l'ho ottenuto dopo anni di precariato, specializzazioni su specializzazioni, senza trucchi e senza inganni, come ho detto. Tutta roba che, in un altro Paese, mi avrebbe garantito il famoso "indeterminato" molto, ma molto prima. Quindi sì, accenderò probabilmente un cero a qualche santo, ma solo perchè, loro, meritano sempre rispetto e male non fa. Ma non devo certo ringraziare nessuno nè sentirmi una miracolata per aver avuto quello che mi merito.
Mi consola sapere che entro di ruolo relativamente giovane rispetto a colleghi 50-60enni che ho visto alle nomine. Mi consola anche sapere che, prima di decidere di fare l'insegnante, ho fatto altro e non potrò mai chiedermi "chissà se..."
Non mi consola la parola "indeterminato", mi pare una galera, mi fa quasi piu' paura di "finchè morte non vi separi".
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