sabato 26 maggio 2012

Serie A

La squadra di calcio della città in cui vivo è andata in serie A: della cosa m'importa una fava, come direbbe una mia conoscenza, perchè m'importa una fava del calcio, a meno che non siano i mondiali, e perchè credo che sia uno sport che di sportivo non ha più nulla e che, prima o poi, tira il peggio delle persone. Grandi, piccoli, uomini e donne. Me compresa, che qualche volta in passato sono andata allo stadio e mi sono ritrovata a a fare i cori dei quali non capivo neanche il significato (e non sapevo neanche per chi tifavo...).
Si festeggia già dalla scorsa settimana ma stasera, stanotte, è la notte. Tutto bello, tutto colorato, tutto esagerato. Sono quasi le 3 di notte e sotto casa mia i tifosi, da un paio d'ore circa, hanno bloccato la strada: le macchine che vogliono passare sono costrette a fare inversione su una strada a senso unico, altrimenti vengono letteralmente travolte da gruppi di minimo 10 persone. Un paio hanno rischiato di finirci sotto e poco fa hanno bloccato un furgoncino, hanno aperto i portelloni e hanno buttato per strada tutto quello che c'era dentro. Che bella festa...che tipi sportivi!
Allora, come spesso accade da quando vivo qui, stanca di subire la maleducazione altrui, chiamo il 112.
-"Salve sono la S.ra Tizio la chiamo da Via Le Mani dal Naso, capisco l'eccezionalità dell'evento, ma sono le 2 di notte, lei sa cosa sta succedendo qui?"
-"E sì signò, ci sta un po' di casino"
-"Sì ma lei sa che non fanno passare le macchine e che un paio di persone hanno rischiato di venire investite?"
-" E sì sì"
-"E quindi, che facciamo?"
- "E quindi niente signò, aspettiamo che finisca e speriamo non succeda niente" (il congiuntivo è una mia licenza poetica, ndr)
...
Sarà una strategia, sarà che è un evento eccezionale, ma bisogna sempre aspettare che succeda qualcosa per intervenire?
Mi sento molto tranquilla: grazie ForSe del (dis)ordine.

venerdì 4 maggio 2012

Il mio parrucchiere.

Un annetto fa, mese più mese meno, rientravo dal Sudafrica pensando che tornare in Italia sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Avevo allora un bimbo di poco più di un anno e un altro in arrivo ma soprattutto avevo molta nausea e gli ormoni impazziti. E quando gli ormoni impazziscono non bisogna prendere decisioni, lo dice anche il mio parrucchiere "Una dona incinta no deve prendere decisionni" (è venezuelano). Parole sante, perchè mai come in questo caso, mi sono pentita così tanto di una scelta. Tutto quello che mi aspettavo di trovare e fare al rientro in Italia, non l'ho trovato e non l'ho fatto, trovando invece il peggio anzi, per non vederla proprio nera, diciamo che non ho trovato il meglio. Insomma mi è ripresa la "solita" voglia di scappare perchè in cuor mio so che il futuro non può essre qui: in un paese e in una città che no offrono più molto, dove sono tutti arrabbiati, dove si lamentano tutti, dove tutti devono dirti quello che devi fare e dove tutti, nonostante le lamentele, ce l'hanno più grande, più bello e più intelligente di te (cosa? Tutto). Quella dove vivo, fino a 15 anni fa, era una bella città, ora è un concentrato di maleducazione, auto, motorini, sfilate di moda a tutte le ore del giorno e della notte, anche dal fruttivendolo, il che dà l'idea di quali siano le cose ritenute importanti. Sono una persona fortunata perchè ho avuto la possibilità di viaggiare e vivere all'estero da quando ero piccola ma allo stesso tempo questa fortuna mi limita nel saper imparare ad apprezzare quello che ho o nell'imparare a vedere del buono anche in mezzo a tanta cacca. Rivelazione di questo rientro in Italia è stata la riscoperta di un'amica, di quelle che senti e vedi poco, di quelle con le quali ti sei anche parecchio arrabbiata ma che non manca mai di dimostrarti la sua disponibilità e simpatia. Se dovessimo andarcene mi mancherà e mi mancheranno i miei naturalmente. Gli altri non so davvero. Ah e mi mancherà molto il mio parrucchiere, perchè i parrucchieri sono una fonte inesauribile di perle di saggezza...